Era terziaria, spariscono i grandi rettili ma... arrivano i mammiferi
Abbiamo lasciato il Mesozoico, caratterizzato da un clima prevalentemente caldo, in alcune aree relativamente mite, senza glacialismi e sconvolgenti eventi tettonici. Circa 66 milioni di anni fa ha inizio l’Era Terziaria , caratterizzata da complessi eventi sia per quanto riguarda l’intensità di fenomeni orogenetici e, cosa di maggior rilievo, l’evoluzione della fauna e della flora per la presenza di numerosi esemplari che, attraverso importanti mutazioni, sono arrivate fino a noi, offrendoci quello stupendo panorama di varietà che gli ingrati Uomini hanno sotto i nostri occhi, come mai si era verificato nelle Ere precedenti.
Cosa ha maggiormente caratterizzato il passaggio dal Mesozoico al Terziario? Lo stesso fenomeno che segnò marcatamente la transizione dal Paleozoico al Mesozoico: la decimazione di quasi tutti gli esseri viventi (sparirono il 90% delle specie marine), salvo pochi gruppi ai quali fu affidata la continuazione della vita sul nostro pianeta, i quali, sviluppandosi maggiormente rispetto ad altri, permisero ad alcuni gruppi di caratterizzare e dominare l’Era successiva.
Il ruolo svolto dai rettili nel Mesozoico, in particolare i Dinosauri, sarà assunto durante il Terziario dai Mammiferi, che culminerà con la presenza dell’Uomo. Ma ancora ci si interroga sulla causa di così marcate ecatombi, in particolare quali eventi straordinari possono essere accaduti da portare all’estinzione di interi gruppi in pochi anni (pochi sempre dal punto di vista geologico)?
Le normali mutazioni, che sono alla base dell’evoluzione, sono sempre state, e lo sono tuttora, presenti nello sviluppo della Vita sulla Terra, ma non sono state mai la causa di ecatombi, pertanto le possibili cause vanno cerate in eventi esterni di straordinaria potenza e diffusione in tutto il globo, tali da coinvolgere l'intera fauna e flora.
Nei precedenti capitoli abbiamo accennato alle cause avanzate dagli studiosi, ma non tutte le ipotesi soddisfano, in quanto non trovano una spiegazione valida per alcuni aspetti, anche se secondari.
Tutte le ipotesi partono dal principio che, qualunque sia stato l’evento scatenante, debbono essersi verificate variazioni climatiche da rendere impossibile la vita alla maggioranza delle specie, in particolare quelle che avevano raggiunto un’alta specializzazione nello stato evolutivo tale da non poter permettere alle specie di adattarsi a nuove condizioni.
Alcuni hanno invocato eruzioni vulcaniche di tale intensità da creare nubi di ceneri, che rimanendo in sospensione nell’atmosfera per lunghi periodi, hanno ridotto le irradiazioni solari alterando i parametri climatici, ma resta difficile spiegare come, per quanto possano essere state intense tali eruzioni, la nube possa aver avvolto tutto il globo.
E così via per tante altre ipotesi, come quella che presuppone l’esplosione in prossimità della Terra di una stella, in modo da provocare intense radiazioni con facilmente intuibili conseguenze sugli organismi.
L’azione della deriva dei continenti che comportava per le varie placche della crosta terrestre cambiamenti climatici, ma non così repentini da giustificare improvvise scomparse di interi gruppi in breve tempo.
La teoria più plausibile, anche se non completamente esaustiva, è quella dell’impatto di un grande asteroide sulla superficie del pianeta, localizzabile nella regione di Chicxulub nel Yucatan in Messico, ove sarebbe stato individuato il cratere generato dalla caduta dell’asteroide, non in base a elementi morfologici perché sepolto da sedimenti più recenti, ma per mezzo di misurazioni geofisiche e perforazioni, che hanno evidenziato la presenza di rocce tipiche dei crateri generati da impatto con grandi meteoriti.
In base ai dati geofisici si valuta che il diametro del cratere possa raggiungere i 300 Km, molto probabilmente generato da un corpo di oltre 10 Km di diametro. E’ facile immaginare quanta energia si sia sprigionata e quanto materiale si sia sollevato e diffuso nell’atmosfera. Basti pensare che granuli alterati tipici della zona dello Yucatan sono stati trovati a migliaia di chilometri di distanza in corrispondenza dei terreni di transizione tra Cretaceo e Terziario.
Come si è arrivati a supporre che vi fosse stato nel passato un impatto con un grande asteroide tra la fine del Mesozoico e l’inizio del Terziario?
Nelle rocce corrispondenti al passaggio tra le due Ere si è costatato in tutto il mondo un’elevata presenza di iridio, anche di 100 volte superiore alle quantità che si riscontrano nelle rocce soprastanti e sottostanti. Tale elemento è presente in quantità considerevoli nelle meteoriti rinvenute sulla Terra, con valori di migliaia di volte più elevate rispetto ai valori delle rocce del nostro pianeta, quindi è più che lecito dedurre che nel periodo di transizione tra le due Ere la Terra sia stata oggetto di un bombardamento di oggetti extraterrestri, tra i quali l’asteroide individuato in Messico rappresenterebbe, fino a nuove scoperte, quello dalle dimensioni più grandi.
In concomitanza con quest’evento straordinario si ha la grande ecatombe degli esseri viventi, che avevano caratterizzato il Mesozoico, ma onestamente un chiaro rapporto di causa ed effetto tra i due eventi non è dimostrato e pertanto si rimane ancora nel campo di un’ipotesi avvalorata dal fatto indiscutibile che l’impatto di un asteroide deve aver provocato uno sconvolgimento di tutti i parametri che hanno regolato in passato e regolano tuttora la vita.
Per l’innalzamento brusco della temperatura, associato all’oscuramento del sole da parte della nube che ha sostato a lungo nell’atmosfera, a farne le spese è stata per prima la vegetazione, anche per effetto di probabili piogge acide e incendi. In queste condizioni è facile immaginare che cosa possa essere successo a tutte gli animali erbivori e, di conseguenza, ai carnivori per la mancanza di cibo.
Senza dubbio è un’ipotesi affascinante che necessita di approfondimenti geologici e geofisici, ma non è da escludere che delle ipotesi formulate siano concomitanti tra di loro, dato che tutte portano a ipotizzare le stesse variazioni climatiche invocate per spiegare la sparizione di un numero così elevato di esseri viventi.
Ma qualunque sia stata la causa delle ecatombi, perché si sono salvate solo poche specie? Quali sono stati i criteri selettivi? Questi sono gli interrogativi tuttora senza risposta e per i quali non sono state formulate soddisfacenti ipotesi.
Tornando con i piedi sulla….Terra, in questo capitolo e nei successivi daremo solo delle indicazioni generali sugli eventi geologici, in quanto, avvicinandoci ai nostri tempi, più dettagliate sono le informazioni stratigrafiche e paleontologiche con sostanziali differenze da regioni a regioni, per cui resta difficile condensare in poche pagine tanti eventi. E’ un po’ quello che succede nella Storia politica del Mondo per i periodi sempre più vicini alla nostra epoca. Ne sanno qualcosa …gli studenti.
Ogni area geologica ha avuto una sua particolare evoluzione, ovviamente svoltasi in un unico "ambiente" per regioni geografiche di più vasto raggio, e cercheremo di descrivervi nel modo più semplice queste situazioni.
Una caratteristica universale con piccoli sfasamenti nel tempo da regione a regione, è che alla fine del Cretaceo si è verificata la più grande ingressione del mare di tutte le epoche geologiche, seguita da più o meno estese regressioni all’inizio del Terziario. Questa è il fenomeno geologico che marca il passaggio tra le due Ere, evidenziato da lacune nella sedimentazione marina, in sostituzione delle quali si hanno formazioni continentali.
Contemporaneamente riprende l’attività orogenetica della Terra, che già nel Cretaceo aveva avuto i primi sintomi, ma raggiungerà l’apice durante il Terziario originando i grandi sistemi montuosi come: il sistema Alpino-Himalaiano e quello delle Cordigliere americane, concomitante con i movimenti delle zolle continentali dovute alla deriva dei continenti, che non aveva mai cessato di operare durante il Mesozoico.
Durante in ogni evento orogenetico si ha un’intensa attività endogena caratterizzata da manifestazioni intrusive all’interno di formazioni preesistenti ed effusive con sistemi vulcanici, prevalentemente lungo le grandi linee di frattura.
Per quanto riguarda la fauna, come si è detto, sono spariti interi gruppi come Rudiste, Ammoniti, Belemmiti, Ittiosauri tra la fauna marina e Dinosauri, Pterosauri e tanti altri tra quella terrestre del Mesozoico.
Le Piante, già comparse nel Mesozoico, troveranno nel Terziario condizioni favorevoli per la loro evoluzione e diffusione, in particolare è da rilevare lo sviluppo delle piante Dicotiledoni.
Tornando alla Fauna sarebbe lungo descrivere l’esplosione dei vari esemplari terziari come: Protozoi, Coralli, Brachiopodi, Echinoidi, etc. Ma il grande gruppo d’animali terrestri che riveste maggior rilievo è quello dei Mammiferi, che caratterizzeranno il Terziario, tanto che alcuni lo definiscono Era dei Mammiferi, in contrapposizione al Mesozoico detto Era dei Rettili.
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Nell’ambito dei Mammiferi vi fu una prima fase durante la quale un gruppo d’esemplari detti Mammiferi arcaici perché dalle forme arcaiche, si svilupparono rapidamente, ma altrettanto rapidamente si estinsero. Tra essi vi erano forme di carnivori arcaici, ungulati dalle forme snelle adatti alla corsa oppure altri con arti massicci e dimensioni gigantesche
In una seconda fase si ha lo sviluppo di tutta una serie di Mammiferi da essere considerati i progenitori di quelli moderni. Essi comparvero contemporaneamente in Europa e in America, essendo collegate tra di loro, rappresentati da vari ordini come: Carnivori, Roditori, Perissodattili, Artiodattili, Proboscidati, Cetacei, Sirenii, Primati, per arrivare ai nostri progenitori.
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Note
- Tavola ripresa dal Trattato di Geologia del Prof. Ramiro Fabiani
- Tavola ripresa dall’Enciclopedia Universo dell’Istituto Geografico De Agostini
FONTI BIBLIOGRAFICHE
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