Michela Bogoni, curriculum
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C'è un'indiscutibile ripresa per il figurativo nell'arte. In primo piano: la ritrattistica.
I volti di Michela Bogoni, pittrice veronese originaria di San Bonifacio, scavano
nell'anima partendo dalla fisicità. Dice di essere nata con la passione "mania"
per l'arte, e che certe cose non si possono scegliere, si puo solo accettarle e
dirigerle verso il loro compimento. Si definisce un'artigiana poichè lavora con
le mani e crea. Per Michela Bogoni l'artista è chi apporta un cambiamento al corso
della storia dell'arte con il proprio operato. Nata nel 1973 l'artista fin da piccola
sognava di dipingere. All'età di 15 anni ha iniziato a vivere di pittura lavorando
come madonnara e realizzando dipinti su commissione. Diplomata con 110 e lode all'Accademia
di Belle Arti di Venezia, Michela Bogoni ha fatto dell'arte la sua professione.
Attualmente vive a Monteforte d'Alpone insieme al marito, anche lui pittore, e alle
loro due bambine: Stella e Celeste. La sua famiglia sostiene e rafforza il suo amore
per l'arte e nonostante dedicarsi a loro tolga molto tempo al dipingere silenzioso
e prolungato, costringendola a lavorare ad intervalli, per lei ne vale la pena.Michela Bogoni
Domanda: «Perchè ha optato per la ritrattistica?».
«Perchè mi emozionava sentirmi scrutata
dagli occhi che avevo appena dipinto. La fisiognomica che si anima di sentimento
è misteriosa e affascinante: può raccontare moltissimo dell'essere umano e del suo vivere».
Domanda: «Ci descrive come nasce e si concretizza una sua opera?».
«L'idea parte dal
ricordo di un momento che ho vissuto e che ho fotografato. Seleziono le foto fino
a stringere un'inquadratura e farla mia. L'emozione di quel momento si rivela nel
dipingerla. E' sempre tutto piacevole quando il pennello traccia le forme di un
sentimento. Nei miei volti posso leggere mille pensieri fluttuanti che mi fanno
sognare. Alla fine adoro rimirare i dipinti più volte per immaginare piccole sfumature
del pensiero dei miei personaggi».
Domanda: «Quale tecnica utilizza e su quali materiali?».
«La pittura ad olio su tela con cui ho stretto profonda amicizia. Dipingere è una
sorta di terapia e i colori ad olio sono le mie medicine!».
Domanda: «Quali personaggi l'hanno
sostenuta e quali l'hanno ostacolata?».
«Non ho mai cercato grandi consensi. L'ostacolo
più grande è la paura di non poter più un giorno avere il privilegio di vivere di pittura».
Domanda: «Come si svolge la sua giornata tipo?».
«Vorrei essere sempre al cavalletto
molto prima, ma famiglia e committenti mi occupano molto tempo. Amo riuscire a rispondere
alle aspettative dei miei committenti, anche se alle volte hanno richieste che non
condivido. Questo è l'altro lato della medaglia. La mia fortuna è la rapidità. Eseguo
i miei lavori in un giorno, al massimo due. Ciò mi consente di comunque di soddisfare
le mie esigenze creative».
Domanda: «Con chi collabora attualmente?».
«Non sono supportata da
nessuna galleria, ma in effetti non l'ho mai neanche cercata . Vivere di pittura
ha aperto varie strade che mi hanno comunque permesso una discreta visibilità».
Domanda: «Dove ha allestito le sue mostre personali?».
«A Verona all'ex macello e allo Spazio
Arte Pisanello, a Vicenza e alla Galleria ArteArte di Mantova. La mia esperienza
espositiva è limitata a causa del poco tempo a disposizione per propormi alle gallerie
d'arte. Le mie opere sono presenti nelle abitazioni e nei locali pubblici di molte città».
Domanda: «Quali sono stati a suo parere i migliori artisti del passato e quali quelli
attuali?».
«Amando la pittura figurativa mi piace tutta la storia dell'arte del passato.
Tra i contemporanei apprezzo Luciano Ventrone, virtuoso maestro di una tecnica che
non potrà mai essere sostituita dall'arte concettuale».
Domanda: «Quali sono le sue aspirazioni
per il futuro?».
«Sogno il mio futuro pieno di pittura e lavori grandi che abbiano
una possibile collocazione. Aspiro a migliorare, ad emozionarmi e ad emozionare
sempre più dipingendo. Poche convinzioni ma solide: dipingere, dipingere, dipingere!».
Per informazioni: cell 3475934228