Il significato del biancospino nel linguaggio dei fiori

Il biancospino ha assunto diversi significati nel corso dei secoli. Già il suo nome dal greco kratos «forza», oxus «aguzzo» e anthos «fiore» indica la potenza e la forza di questo fiore.
Gli antichi greci utilizzavano i suoi rami fioriti per adornare gli altari durante le cerimonie nuziali, considerandolo di buon auspicio.
Nell'antica Roma (i romani lo chiamavano «alba spina» ovvero «spina bianca») il biancospino era dedicato sia alla dea Flora che regnava sulla primavera che alla dea Maia che era la dea del mese di maggio e imponeva la castità. Per questo motivo non venivano celebrate le nozze durante quel mese e se proprio era necessario farle, si accendevano cinque torce di biancospino in onore della dea, per placare la sua ira.
Nel Medioevo si metteva un albero di biancospino nella piazza del paese nel mese di maggio e lo si decorava e si danzava intorno per dare prosperità al paese.
Gli antichi Celti il mese che andava da metà maggio e metà giugno lo dedicavano al biancospino.
Esiste anche una leggenda inglese ispirata a Gesù Cristo e a Giuseppe d'Arimatea. Si racconta che Giuseppe d'Arimatea, dopo aver raccolto il sangue di Cristo e sepolto il suo corpo era partito per la Britannia. Una volta sbarcato nell'isola aveva piantato il suo bastone e miracolosamente era nata una pianta di biancospino. Giuseppe d'Arimatea accanto a esso costruì una chiesa, la prima chiesa d'Inghilterra. Da quel momento ogni anno alla vigilia di Natale il biancospino fioriva e un suo ramo veniva portato al re e alla regina d'Inghilterra. Si diceva che i fiori bianchi dell'albero rappresentavano l'Immacola Concezione, gli stami rossi le gocce del sangue di Cristo e i rami spinosi, la corona di spine posta sul capo di Cristo.
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Fonti bibliografiche
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