Il virus (la parola virus deriva dal latino vīrus che significa «tossina, veleno») che sta sconvolgendo la vita di milioni di persone nel nostro pianeta si chiama SARS-CoV-2 (foto sotto) appartenente alla famiglia dei Coronaviridae. Non era mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan in Cina nel mese di dicembre 2019 ed è stato chiamato così perchè provoca dei sintomi simili alla SARS (nota 2).
La malattia provocata dal nuovo coronavirus si chiama COVID-19 dove CO sta per «corona», VI per «virus», D per disease «malattia», 19 indica l'anno in cui si è manifestato. Comunemente questo e altri virus di questa famiglia, sono conosciuti come coronavirus perchè visti al microscopio elettronico si vedono delle protuberanze superficiali disposte in modo da ricordare una corona reale o una corona solare.
In realtà i coronavirus sono una grande famiglia di virus che causano dal semplice raffreddore a malattie gravi come la SARS Severe acute respiratory syndrome «sindrome respiratoria acuta grave» (nota 2) e diverse altre.
La comparsa di questo nuovo virus non è un fenomeno che deve sorprendere. Si chiama infatti spillover «salto di specie» quando una specie che sino a quel momento aveva infettato determinate specie animali, si ritrova improvvisamente in altre specie, in questo caso nell'uomo. In realtà per il SARS-CoV-2 si sospetta che siano i pipistrelli gli ospiti zero dai quali il virus è "saltato" all'uomo (anche se gli studi sono ancora in corso e non si sa con certezza).
I virus sono dei microorganismi caratterizzati da una struttura molto semplice e di dimensioni talmente piccole (da 28 a 200 nanometri - miliardesimo di metro) che possono essere visti solo al microscopio elettronico. Non sono in grado di nutrirsi o di riprodursi da soli ma hanno necessità di un altro organismo che li ospiti per vivere e moltiplicarsi. Sono definiti pertanto parassiti obbligati e possono infettare tutti i tipi di forme di vita dagli animali, alle piante, ai batteri e persino altri virus.
La loro struttura è estremamente semplice perché sono formati da una sorta di guscio (chiamato capside), formato da proteine e da una parte interna (chiamata core «nucleo») che contiene il materiale genetico che può essere DNA o RNA (nota 3). L'insieme di core e capside forma il virione (che è il virus inattivo). Si usa l'espressione virus per definirli quando sono biologicamente attivi e in particolare all'interno della cellula infettata. Alcuni virus possono anche essere rivestiti da un mantello formato da varie sostanze che li aiutano ad ancorarsi meglio all'ospite che andranno a infettare, mentre altri possono avere strutture più complesse.
I virus non possono riprodursi autonomamente (al contrario dei batteri) ma solo all'interno di una cellula, sia essa animale, vegetale o batterica. In pratica, una volta agganciati alla cellula ospite, vi inseriscono il loro DNA o RNA che conseguentemente si organizza per produrre altre molecole virali. La cellula aggredita se non riesce a eliminarlo tramite il proprio sistema immunitario, assimila il codice genetico del virus trasformando il proprio codice genetico diventando in pratica una cellula tumorale oppure si autodistrugge utilizzando per riprodurre le cellule virali mature (i virioni).
I virus, dato che non possiedono un proprio metabolismo per infettare devono essere trasportati passivamente finché non trovano una cellula che li ospiti. Alcuni rimangono localizzati sulla superficie del corpo mentre altri si estendono ai vari organi.
La loro catena di RNA è molto lunga il che comporta che ci sono molte possibilità che il virus possano mutare molto rapidamente e avere pertanto nuove proprietà, come la capacità di infettare nuovi tipi di cellule o nuove specie. Avviene cioè una mutazione.
La differenza principale tra questo coronavirus e i coronavirus della stessa famiglia che causano il raffreddore sta nel fatto che mentre questi ultimi infettano principalmente le vie aeree superiori, quindi la gola e il naso, i primi invece prosperano nelle vie aeree inferiori quali i polmoni. Infatti le cellule da loro preferite per l'infezione sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale che formano il tessuto epiteliale che hanno la funzione di rivestire, di espellere, trasportare e assorbire le diverse sostanze nel nostro organismo.
La manifestazione dei sintomi, e quindi sapere di aver contratto l'infezione non è immediato. Il virus infatti ha un periodo di incubazione, fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici, che va da 2 e 11 giorni, fino a un massimo di 14 giorni.
Vi postiamo un video molto interessante sul coronavirus che riassume, a grandi linee, quello che abbiamo scritto.Fonti bibliografiche
Note
1. Immagine tratta da CDC Center for Disease Control and Prevention per gentile concessione di Alissa Eckert, MS, Dan Higgins, MAMS
2. La SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome «sindrome respiratoria acuta grave» è stata una forma atipica di polmonite causata dal virus SARS-CoV e comparsa per la prima volta nel novembre del 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina e che ha causato un'epidemia tra novembre 2002 e luglio 2003, causando ben 8096 casi e 774 decessi in 17 paesi, soprattutto in Cina e a Hong Kong. Da allora non si sono più verificati casi in alcuna parte del mondo. La malattia fu causata da un coronavirus che anni dopo gli studiosi rintracciarono in alcuni pipistrelli e considerati i responsabili della trasmissione del virus.
3. Il DNA si trova nel nucleo di tutte le cellule, di cui porta il codice genetico. L'RNA si trova sia nel nucleo che nel citoplasma delle cellule e partecipa direttamente alla sintesi delle proteine.