Per tutte le piante in vaso, siano esse coltivate in appartamento, sul balcone di casa o in giardino prima o poi arriva il momento del rinvaso per il semplice fatto che sono delle creature viventi e come tali crescono e si sviluppano e considerando che la terra all'interno del vaso è tutto ciò che la pianta ha disposizione per poter vivere, bè, va da se l'importanza di questa delicata operazione.
Il rinvaso può avvenire in diversi modo: a radice nuda o lasciando intorno alle radici una certa quantità della vecchia terra. Il primo tipo si effettua in genere nelle piante a foglia caduca in quando sono molto più resistenti e rigenerano le radici rapidamente mentre il secondo tipo si realizza per le piante sempreverdi, in genere più delicate.
Vediamo quali sono gli aspetti da considerare per effettuare un corretto rinvaso.
Come regola generale non si deve rinvasare quando la pianta è nel periodo di riposo vegetativo questo perchè le radici non sarebbero in grado (o farebbero una grande fatica) a penetrare agevolmente nel terreno e quindi ad adattarsi al nuovo ambiente. In linea molto generale è in primavera che si effettua il rinvaso, alla ripresa vegetativa (che coincide con il periodo in cui la pianta riprende a crescere), anche se esistono numerose deroghe a questa affermazione e pertanto occorre conoscere il ciclo vegetativo di ogni singola pianta per sapere il periodo ottimale.
Altra regola generale è che le piante malate non dovrebbero mai essere rinvasate perchè già vivono una situazione di stress dovuta alla malattia e se si procede al rinvaso, potrebbero non essere in grado di reggere un ulteriore stato di tensione quale è il rinvaso.Un primo sintomo che ci dice che sicuramente è arrivato il momento di cambiare il vaso è quando le radici iniziano a fuoriuscire dal foro di drenaggio o quando hanno occupato tutto lo spazio a disposizione nel vaso. Per verificare tutto ciò basta semplicemente sollevare la pianta con il pane di terra al di fuori del vaso per rendersi conto se è arrivato il momento.
Una scelta importante da fare che può anche pregiudicare il successo o l'insuccesso di una coltivazione è usare il vaso giusto. In commercio ne esistono una infinità di tipi per forma, dimensione, colore, più o meno decorati ma la scelta deve sempre essere fatta in funzione delle esigenze della pianta e non di come un certo tipo di vaso sarebbe carino nel nostro soggiorno. Fondamentalmente li possiamo suddividere in: vasi di plastica, vasi di terracotta e vasi di cemento.
I vasi di terracotta sono sicuramente i più conosciuti per la coltivazione delle piante e sono particolarmente adatti per piante di grandi dimensioni o comunque pesanti in quanto il vaso data la sua pesantezza sarà in grado di sorreggerla senza farla capovolgere inoltre essendo la terracotta un materiale poroso, l'acqua in eccesso viene assorbita dalle pareti, giunge alle pareti esterne e viene eliminata per evaporazione; la porosità favorisce inoltre gli scambi gassosi tra il terriccio e l'ambiente esterno mantenendo il terreno e quindi l'apparato radicale della pianta, giustamente aerato. Uno svantaggio, se così può essere chiamato, è che specialmente il periodo caldo occorrerà effettuare irrigazioni con maggiore frequenza in quanto il terreno si asciugherà molto più rapidamente per via della porosità del vaso. Sono inoltre più costosi dei vasi di plastica.
La forma tipica è a tronco di cono con il diametro della bocca del vaso di solito uguale alla profondità e maggiore di un terzo rispetto alle dimensioni del fondo. L'orlo superiore in genere è rinforzato questo per dargli una maggiore robustezza in quanto è dal bordo che il vaso viene afferrato per essere spostato. Tutti i vasi devono possedere nel fondo uno o più fori di drenaggio per consentire il deflusso dell'acqua in eccesso ed evitare il suo ristagno a livello radicale.
I vasi di plastica sono quelli più diffusi e sicuramente i più usati perchè hanno il vantaggio di costare poco e si puliscono facilmente oltre a essere particolarmente leggeri. Hanno però diversi svantaggi quale non far respirare la terra per cui eventuali errori di annaffiatura o una accidentale occlusione dei fori di drenaggio creerebbero nel vaso un ambiente umido e asfittico, pericoloso per le radici della piante; inoltre essendo molto leggeri se la pianta è grande o particolarmente voluminosa si rovesciano molto facilmente.
I vasi di cemento si usano di solito per la coltivazione delle piante da esterni e per le piante di notevoli dimensioni e molto raramente in appartamento e presentano gli stessi vantaggi dei vasi di terracotta avendo però lo svantaggio di essere molto più pesanti.
Personalmente consiglio di usare sempre vasi di terracotta salvo che con piante di notevoli dimensioni (a esempio gli alberelli di frutto) in quanto sarebbero difficili da gestire. Esistono poi delle famiglie particolari come a esempio quella della Orchidaceae che hanno esigenze e necessità tutte particolare e pertanto si rimanda ai capitoli relativi.
In ogni caso è fondamentale conoscere preventivamente la pianta che dobbiamo rinvasare (e coltivare più in generale) perchè ogni specie ha esigenze tutte particolari e la scelta del tipo di vaso che dovrà ospitarla è fondamentale per la buona riuscita della sua coltivazione.