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Problema Beaucarnea

Problemi con la mia Beaucarnea recurvata

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QUESITO DI ILARIA

Gentile Dario,

mi stavo documentando sul vostro sito e sono incappata nel tuo commento a questo tipo di pianta e ne sono stata molto colpita, perchè é capitata una cosa simile anche a me...

Ho da poco acquistato all'angolo delle occasioni (sigh) dell'IKEA (ri-sigh) una meravigliosa Beaucarnea Recurvataalta circa 50 cm con moltissime foglie rinsecchite sulle punte ma anche tante foglioline nuove di un bel verde chiaro.... mi chiamava!

Voglio dire, l'ho vista e sentivo che mi diceva di portarla via da lì, altrimenti sarebbe morta di tristezza!

Premetto di non avere un gran pollice verde, non ho mai portato nella mia vita tante piante, ma questa mi ha proprio colpito e vorrei poterla trattare nel migliore dei modi e farla riprendere al meglio!

Al momento le faccio passare il giorno sul terrazzino di casa e la sera/notte la metto in casa (temp max 17°, min 16°) ma ho paura che la temperatura esterna sia troppo bassa... (per ora non ha mai ghiacciato di giorno e non credo che ghiaccerà per tutto l'inverno).

Posso tagliare le foglie secche? Le devo tagliare alla base oppure solo la parte secca?

Nel mio piccolo parco piante ho anche una bellissima calla che mi é stata regalata e che é cresciuta rigogliosa come non mai anche dopo averla rinvasata (non ha mai fatto fiori però). L'ho sempre lasciata in giardino e l'ho tenuta annaffiata molto, poi, arrivato il freddo, l'ho portata sul famoso terrazzino di casa dove la lasciavo fuori 24 h al giorno fino a che una mattina non l'ho trovata praticamente congelata ... pensavo di averla persa, però si é ripresa alla grande ed ora le faccio passare il giorno fuori e la notte dentro come la Beaucarnea... però ho notato che alcune foglie si stanno ingiallendo e appassiscono (fino ad ora siamo a quota 3) e non capisco quale ne sia la causa e cosa posso fare per evitare che ingiallisca tutta... Forse troppa acqua? La pianta é attiva, continua a fare foglioline nuove e non vorrei perderla...

Spero tanto di ricevere un consiglio/suggerimento e intanto ti auguro Buon Natale!

Grazie in anticipo!

Ilaria

L'ESPERTO DARIO RISPONDE

Cara Ilaria,

la tua sensibilità merita certamente la massima attenzione. non sono molte le persone che prenderebbero una piantina non "appariscente" solo per un sentimento umano, la compassione, che però palesa un grande amore per la vita (che certamente ti verrà ricambiato dalla creatura che hai "salvato").

la tua beaucarnea aveva già all'Ikea molte nuove foglioline (che specifichi esser di colore chiaro, non scuro come dovrebbero!).

per cui abbi attenzione: questo non è propriamente il tempo di crescita per lei ed è probabile che, nel tentativo di venderla, anche sottocosto, sia stata annaffiata eccessivamente e posta in ambiente molto riscaldato (ma magari poco luminoso). non voglio naturalmente allarmarti: se le cure che saprai offrirle rispetteranno questo suo slancio verso la crescita la tua piantina potrà svilupparsi comunque benissimo.

se era in un ambiente poco luminoso e troppo riscaldato (che già da solo potrebbe aver stimolato una notevole ricrescita in questa stagione) dovrai cercare di non esporla direttamente ai raggi del sole (che potrebbero bruciare le foglioline giovani e chiare) e nemmeno esporla ai rigori di questa stagione (non mi dici però da dove scrivi: dal Trentino alla Sicilia il clima cambia e di molto!): meglio sarebbe che tu la posizionassi in casa, in prossimità della finestra (ma non colpita dal sole attraverso i vetri) in una stanza che viene spesso areata (le temperature cui fai riferimento sono proprio ciò di cui ha bisogno ora). l'ideale è riuscire a trovare un angolo protetto, poco riscaldato, ma sempre molto luminoso.

l'eccesso di acqua nella terra, in un ambiente molto caldo e con una illuminazione opaca come quella delle lampade al neon del magazzino è certamente la causa anche del disseccarsi delle punte delle foglie "vecchie". ti sconsiglio di tagliarle integralmente: il loro verde scuro è segno di maggior efficienza sia nel proteggersi dai raggi diretti del sole che nel saper ricavare maggiori quantitativi di zuccheri per fotosintesi. limitati a tagliare le parti morte, lasciando sempre un pezzettino di foglia secca vicino al tessuto vivo, da non recidere assolutamente ora.

riduci gradualmente le innaffiature: ricorda che è meglio poca acqua (mezzo bicchiere) una volta la settimana che un terreno fradicio o un eccesso di acqua anche se dato una volta al mese. le piccole dosi date in tempi costanti consentono al suolo di asciugare e respirare. piuttosto spruzza almeno una volta alla settimana un po' d'acqua sulle foglie, magari dilavandole dalla polvere che si è eventualmente depositata (L'ACQUA DEVE ESSERE A TEMPERATURA AMBIENTE! l'ideale è porla in un recipiente il giorno prima).

spesso tutti tendono ad aprire il rubinetto (la temperatura invernale dell'acqua che ne fuoriesce è di c.ca 10° o anche meno!) e usano l'acqua senza lasciarla riposare. è un errore sotto molti punti di vista.

in primo luogo l'annaffiatura causa un vero shock termico alle radici, la cui terra, stando il vaso in casa, avrà una temperatura pari a quella dell'ambiente circostante, rischiando alla lunga di far ammalare la pianta.

in secondo luogo l'uso di cloro nell'acqua potabile cittadina stermina tutto l'utilissimo ecosistema batterico e fungino che nella terra viene a svilupparsi.

lasciare in riposo l'acqua per l'innaffiatura in un contenitore per almeno 24 ore porta così i seguenti vantaggi:

- la temperatura dell'acqua si eguaglia a quella dell'aria circostante e, annaffiando, non si crea questo trauma termico alle piante

- l'ipoclorito di sodio (candeggina) presente nell'acqua si scompone e almeno in parte il cloro (dannoso per le piante come per tutto l'ecosistema che si sviluppa nel terreno) evapora

quando la tua piantina si sarà rafforzata, in primavera inoltrata, potrai abituarla gradatamente alle temperature esterne (pur con l'escursione termica che c'è tra giorno e notte), stando attenta al sole: in casa la mancanza dei raggi diretti avrà reso meno efficienti le sue difese e sicuramente le foglie più giovani avranno una colorazione più chiara: sono loro ad esser maggiormente vulnerabili.

il suggerimento è di posizionarla in luogo riparato, dove prenderà il sole nelle prime o ultime ore del giorno.

quando si sarà adattata (calcola pure un paio di mesi per esser sicura) potrai lasciarla esposta al pieno sole per l'intera giornata, persino nel mese di luglio (abbi la cura però di annaffiare quotidianamente la sera, sempre con acqua tiepida in modo che possa rigenerare la perdita idrica avvenuta per evaporazione dal tessuto fogliare). potrai ritirarla in autunno inoltrato o persino in dicembre, secondo il clima (che ormai è totalmente imprevedibile), e comunque prima dei rigori notturni.

a quel punto la riporrai in casa bagnandola pochissimo, consentendole così un periodo di riposo.

PS: la mia piccola piantina è stata ritirata in casa proprio oggi (e non solo lei): nei prossimi giorni è prevista una ondata di freddo POLARE e non mi sembrava giusto rischiare oltre, avendomi dimostrato così tanta voglia di vivere!

la calla:

se abiti al nord Italia, probabilmente vuole andare semplicemente in letargo. le mie zantedeschia aethiopica, in montagna a c.ca 800 metri, in prossimità del lago d'Orta hanno ciclo estivo, mentre nell'Italia del sud queste piante mantengono lo stesso ciclo vegetativo che hanno nell'Africa meridionale, dove gli inverni sono miti e umidi mentre le estati sono torride e asciutte, vegetando e fiorendo con ciclo invernale.

è vero, si può tenere le calle in casa e si comportano "quasi" come delle sempreverdi. ma in realtà alternano periodi di notevole crescita a periodi di inattività e, in genere, restano un po' confuse rispetto al periodo di fioritura che è stimolato da una ripresa vegetativa a seguito della dormienza, e quindi dal succedersi di escursioni termiche più marcate (come si verificano tra il giorno e la notte a primavera).

in ogni caso la crescita in casa non si può dire che sia effettivamente rigogliosa. naturalmente, in una serra riscaldata e umida, la calla può prosperare in stato vegetativo, se l'ambiente è molto luminoso e comunque aerato. ovvio che in tal caso l'illuminazione artificiale deve essere notevole e sopperire la diminuzione delle ore di luce diurne invernali.

il risultato (più evidente se la calla cresce in casa) è comunque che la pianta tende a indebolirsi, gonfiandosi d'acqua, divenendo più facilmente soggetta a marciume del rizoma.

quindi a seconda di dove abiti dovrai rispettare regole differenti: se abiti al nord, ponendo la calla all'esterno, dovrai cercare un luogo assai protetto dal gelo (il freddo arriva al rizoma anche dalle superfici laterali del vaso).

l'ideale è un angolo un po' nascosto (come un sottoscala o anche un solaio). non è importante che abbia luce perché lei capirà che è il momento di andare a...nanna. e non se lo farà ripetere due volte. le foglie si piegheranno e ingialliranno (ma il tubero assorbirà tutte le sostanze nutrienti e la linfa prima che appassiscano) e in poche settimane troverai un vaso apparentemente vuoto. se vorrai, potrai metterlo in uno scatolone di cartone (cartone non plastica!) in cui metterai molti fogli di giornale appallottolati, come in un imballaggio e coprirai persino il vaso. la tua creatura saprà lei quando è il momento di svegliarsi (già a febbraio comincerà a spuntare la prima foglia) e allora, appena il clima tenderà ad esser più luminoso e meno gelido, riprenderai ad annaffiarla sporadicamente (i primi germogli vivranno grazie alle sostanze nutrienti e l'acqua accumulati nel tubero) e avviata la ricrescita toglierai tutto l'imballaggio.

altro sistema (che se hai un giardino è persino preferibile) è quello di INTERRARE L'INTERO VASO FINO AL BORDO coprendolo di frasche, foglie o paglia (metti un ramo in piedi o altro segno che ti consenta di riconoscere la posizione del vaso). la terra è la miglior protezione del tubero: le mie calle, in montagna, con inverni molto rigidi, sono piantate direttamente nel suolo dai 30 fino ai 50 cm in profondità.

la dormienza per loro è imposta dalle nevicate (anche 30 cm in pochi giorni) che le "radono quasi al suolo". attualmente stanno gelando le foglie, che ricadono (fungendo da ulteriore protezione contro il freddo). nonostante la neve ghiacciata non hanno ancora perso completamente di vigore. presto il gelo e il buio le costringeranno a "dormire" per tornare a sorgere in tutto il loro splendore a primavera (e di solito a fiorire giusto in tempo per la Pasqua).

quindi, se abiti al nord, vedi tu se vuoi interrare (già ora) il tuo vaso o lo vuoi proteggere in uno scatolone da riporre in luogo riparato ma sempre all'esterno. ricorda però che dovrai sospendere le annaffiature e posizionare in entrambi i casi il vaso laddove la pioggia non possa facilmente arrivare: non è il gelo che può uccidere la calla ma l'eccesso di umidità durante la dormienza che causa la marcescenza del tubero. in piena terra il rischio è ridottissimo perché il suolo è maggiormente drenato che non un vaso.

se abiti al sud, potrai tenere il vaso in un punto riparato, senza temere che occasionali gelate possano realmente danneggiare le calle: tutt'al più riduci le annaffiature secondo la crescita delle piante e il clima. naturalmente potrai piantarle in piena terra: mentre io in montagna le espongo addirittura al sole senza problemi, se abiti al centro-sud dovrai rigorosamente piantarle in una zona luminosa ma protetta dai raggi solari: l'ideale è al riparo di un muro, sotto alberi sempreverdi, fantastico se in prossimità di uno stagno (poche piante come le calle rendono lo stagno selvaggio e attirano immediatamente una miriade di animaletti che trovano tra le sue grandi foglie l'habitat ideale per la propria sopravvivenza).

in questo caso l'ingiallimento delle foglie sarà dovuto proprio al ricovero in casa del vaso, con forte riduzione della luminosità e magari eccessivo calore (che le calle non amano: ricorda che nei paesi d'origine crescono appunto durante l'inverno).

le calle amano terreni limosi e anche pesanti, umidi e molto concimati (come molte araceae), condizione essenziale per godere di fantastiche fioriture. ti suggerisco il letame sfarinato e la pollina, ricca di potassio.

tutto ciò che abbiamo detto riguardava le nota calle bianche (zantedeschia aethiopica) e sue cultivar (ci sono variazioni sul colore del fiore che può andare tendenzialmente al rosa o persino al verde).

diversa è la faccenda per le calle tropicali colorate: poche sono le esperienze che "testano" la loro rusticità (ossia resistenza al gelo). in generale si asserisce che non siano in grado di sopravvivere (neppure in dormienza) a temperature inferiori allo zero. tuttavia in centro e sud Italia sono sempre più frequentemente coltivate in piena terra (smentendo questa opinione almeno per occasionali gelate). mancano esperienze al nord. ottime comunque in veranda chiusa (con temperature che non raggiungono lo zero), possono rimanere in stato vegetativo tutto l'anno se le temperature estive restano di poco superiori ai 20°.

un ultima considerazione di carattere generale: TUTTE LE BULBOSE, LE PIANTE RIZOMATOSE, LE PIANTE CON FUSTO CARNOSO in dormienza NON DEBBONO ESSER MAI TENUTE IN VASI DI PLASTICA: questi, non permettendo la circolazione dell'aria o l'evaporazione dell'umidità della terra (che in questo momento non è neppure assorbita dalle radici di nessuna pianta).

INERSORABILMENTE SARANNO ATTACCATE DA FUNGHI, MUFFE E MARCIUMI con perdite devastanti e irrimediabili di quasi tutte le culture!

se bulbi e rizomi non si possono o vogliono conservare nella terra o nei vasi durante il periodo di dormienza, l'ideale è procurarsi delle cassette di legno (come quelle della frutta) rivestirle con del tessuto di corda o juta, mettere uno strato di terra e torba, posizionare i bulbi o rizomi e coprire con altra poca terra. volendo si può sovrapporre qualche foglio di giornale, purché arruffato (l'aria deve poter arrivare alle bulbose).

spero di esserti stato d'aiuto.

fammi sapere a primavera come stanno le piantine!

ciao

Dario

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Bibliografia consultata

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